Islanda

Ho avuto il piacere di visitare questo bellissimo Paese in compagnia del mio amico Andrea durante l’ultima settimana di maggio, riuscendo a attraversare l’intera isola con tappe nei vari villaggi che la compongono. Per muoverci abbiamo noleggiato un auto e utilzzato la “Ring Road”, una strada che collega i principali centri abitati formando una sorta di anello attorno all’isola, permettendo a noi turisti di poter visitare l’intera isola con un itinerario semplice da seguire e per nulla impegnativo, grazie al fatto che la strada è tutta asfaltata, ben tenuta e ben segnalata.

Durante il viaggio in auto abbiamo ascoltato una playlist Spotify che vi lascio qui sotto. Vi consiglio di ascoltarla leggendo questa pagina così da poter capire il mood del viaggio. Un po’ malinconico forse, ma vi assicuro che con i paesaggi desolati che abbiamo incontrato la musica era assolutamente perfetta.

Playlist Spotify

Giorno 1 - Arrivo
25 maggio

Siamo atterrati in Islanda e, dopo aver ritirato l’auto all’autonoleggio abbiamo visitato la Blue Lagoon, una fonte termale di natura vulcanica la cui acqua è così ricca di minerali (specialmente silice) da assumere un colore che varia dal bianco all’azzurrino. Qui ho scattato poche fotografie, dato che la maggior parte del tempo siamo rimasti ammollo, per ricaricarci dal lungo viaggio iniziato nel cuore della notte.

Giorno 2 - Reykjavík
26 maggio

Il secondo giorno abbiamo visitato la capitale dell’Islanda, Reykjavík. Qui, per la prima e (fortunatamente) ultima volta, ci siamo scontrati con il famigerato clima islandese. Ha infatti piovuto tutto il giorno che abbiamo speso visitando vari musei e bazzicando per il centro. Nel complesso ho trovato Reykjavík molto vivibile e nonostante il clima che è stato poco clemente con noi, ho apprezzato la sua aria da cittadina tranquilla ma che allo stesso tempo non dimentica di essere una capitale europea. Assolutamente da visitare Hallgrímskirkja, la chiesa luterana della città e edificio più alto d’Islanda. il colpo d’occhio che da la chiesa, visibile in qualunque parte della città e assolutamente eccezionale, nonostante la mancanza di decorazioni e la discutibile scelta di lasciare l’interno dell’edificio senza alcun tipo di decorazioni ma solo con il cemento a vista. Molto particolare anche la via con l’asfalto color arcobaleno, da cui è possibile vedere Hallgrímskirkja in tutta la sua particolare bellezza.

Giorno 3 - da Reykjavík a Akureyri
27 maggio

Giornata di viaggio vero e proprio! Il terzo giorno è stato il primo giorno interamente dedicato al viaggio, utilizzato per spostarci tramite la Ring Road da Reykjavík a Akureyri. Finalmente abbiamo potuto ammirare quella che ci immaginavamo essere l’islanda. Una terra quasi totalmente disabitata, con piccoli villaggi di qualche centinaio di abitanti separati tra loro da immense distese desertiche. Durante la strada ci siamo fermati parecchie volte nei punti che ci sembravano più interessanti, e il commento più inflazionato durante il primo giorno è stato “è assurdo non sembra neanche un posto vero”. In effetti in alcuni punti il panorama era talmente desertico che i miei occhi, abituati ad incontrare oggetti che ostacolano la vista quando si guarda l’orizzonte, faticavano a capire davvero le distanze che avevamo davanti. Siamo passati dal vedere alcune zone fuori Reykjavík, in cui gli abitanti si recano per fare trekking a vedere zone che sembravano davvero prese da un film di fantascienza.

Durante il viaggo abbiamo fatto tappa ad una chiesa chiamata Þingeyrakirkja, con tanto di cimitero annesso, situata nel bel mezzo del nulla, in un posto veramente pacifico. Come pacifico è stato anche il luogo dove abbiamo soggiornato vicino ad Akureyri, di cui vi lascio l’ultima fotografia della galleria come testimonianza del panorama visibile dalla nostra finestra, fotografia scattata verso le 23,30 circa, a testimonianza del fatto che per una settimana intera la notte non ha fatto parte della nostra routine quotidiana.

Mi scuso se le fotografie non riescono a trasmettere quanto sia davvero vasta e vuota l’Islanda in alcuni punti, ma dovete esserci dentro per capirlo.

Giorno 4 - Islanda del nord
28 maggio

Il quarto giorno abbiamo visitato il nord dell’isola, facendo tappa a Goðafoss, che tradotto significa “Cascata degli Dei”. Andrea, che si è occupato di capire cosa visitare, mi ha anche raccontato una storia locale, dove si narra che, alla conversione dal paganesimo al cristianesimo, avvenuta in Islanda circa nell’anno 1000 D.C. uno dei capi locali lanciò nella cascata tutti i suoi idoli pagani, simboleggiando così la fine della vecchia religione.

Altro posto visitato durante il giorno è stato il lago Mývatn, nei pressi del quale si trovano anche la grotta Grjótagjá e la città buia, conosciuta in islandese come Dimmuborgir. Qui, secondo la leggenda locale una troll di nome Gryla avrebbe vissuto qui con il suo terzo marito Leppaluoi, entrambi noti per rapire bambini che non erano stati saggi ogni Natale. Qui Andrea mi ha raccontato la storia del Nykur, una bestia mitologica mutaforma che vive vicino ai fiumi e ai laghi difficili da attraversare. Il Nykur può assumere la forma di qualsiasi cosa viva o morta, ma predilige la forma di un cavallo con orecchie e zampe rivolte all’indietro. Una volta individuata la sua vittima, questa creatura si comporta in modo docile, invitando il malcapitato a cavalcarlo per attraversare il fiume o il lago. Ma non appena il cavaliere sale sulla schiena della bestia, il Nykur galoppa nell'acqua, dove si sdraia, trascinando con sé lo sprovveduto cavaliere, che muore così annegato.

Successivamente ci siamo recati a Húsavík, una piccola città locale un tempo nota per la sua industria dedita alla pesca della balena, ma che oggi ha fortunatamente cambiato indole, dedicandosi infatti al Whale Watching, l’attività di visitare le balene nel loro territorio naturale senza far loro del male. Ahimè non ho portato la macchina fotografia durante il nostro tour per timore che si bagnasse, ma posso assicurarvi che abbiamo visto eccome questi giganti del mare, che adesso trovano nelle acque davanti a Húsavík un territorio dove essere al sicuro durante i mesi estivi.

Giorno 5 - da Akureyri a Höfn
29 maggio

Altro giorno altro viaggio! Il giorno numero 5 del nostro tour islandese l’abbiamo speso sulla strada che separa Akureyri da Höfn, piccolo villaggio nella parte sud-est dell’isola. Lungo il percorso ci siamo fermati a visitare una zona termale dall’odore poco invitante chiamata Hvrerir, dove sembrava davvero di essere finiti su Marte (vi assicuro che quelle sono fotografie mie originali, non le ho rubate ai rover della NASA). Successivamente abbiamo visitato Dettifoss, la maggior cascata Islandese ed Europea (sono sicuro, abbiamo controllato ed è la cascata più grande per la portata d’acqua al secondo).

Dopodichè ci siamo fermati in una piazzola di sosta sperduta nel bel mezzo del nulla, dopo circa un’ora dall’ultima traccia di insediamento umano sul territorio.

Qui abbiamo fatto merenda e poi siamo ripartiti, per fermarci a pranzare a Egilsstaðir, sulle rive del fiume Lagarfljót. Qui Andrea mi ha raccontato un’altra leggenda locale, che narra del Lagarfljotsormur un enorme serpente locale che si dice viva nel fiume Lagarfljót ed il cui nome significa "il verme Lagarjot". La leggenda narra di una ragazzina che dopo aver ricevuto dalla madre in regalo un anello d’oro, le chiese come poterlo sfruttare al meglio. La madre le disse che, secondo i miti, se si mette un verme sull'oro, l’oro crescerà. La ragazzina quindi chiuse il suo anello in una cassa insieme ad un verme, sperando in questo modo di ottenere più oro. A crescere invece fu il verme che diventò sempre più grande. Quando la ragazza se ne accorse, si spaventò così tanto che gettò la cassa nel lago, dove si dice che il verme gigante viva ancora oggi.

Una volta arrivati a Höfn abbiamo soggiornato in una piccola casetta di legno alle porte della cittadina. Quella notte tirava così tanto vento che sentivamo la casetta muoversi, e sembrava quasi dovesse sollevarsi in aria e volare via. Fortunatamente non è successo, e siamo riusciti a ripartire il giorno dopo ben riposati.

Giorno 6 - da Höfn a Reykjavík
30 maggio

Devo dire che il sesto giorno di viaggio è stato il mio preferito: la strada che abbiamo fatto aveva degli scorci davvero incredibili e i luoghi dove abbiamo fatto tappa sono stati tra i migliori e i più “islandesi” dell’intero viaggio. Con ordine, abbiamo visitato la famosa Breiðamerkursandur, conosciuta anche come la spiaggia di diamanti. Qui gli iceberg provenienti da Vatnajökull, il quarto ghiacciaio più grande del mondo, si staccano e arrivano fino al mare, dove alcuni pezzi si depositano sulla spiaggia, creando un effetto davvero particolare.

Dopo la spiaggia di diamanti è stato il turno della cascata di Svartifoss, situata all’interno del parco nazionale di Skaftafell. La particolarità della cascata è la roccia dove si trova, di natura basaltica e dalla caratteristica forma di pilastri esagonali. Per raggiungerla abbiamo dovuto fare una breve escursione di circa 1 ora, che vi consiglio assolutamente, soprattutto se il meteo è come quello che abbiamo incontrato noi, assolato e caldo durante tutta la giornata.

Terza tappa è stato il villaggio di Vík í Mýrdal, dove si trova una seconda spiaggia davvero bella, ossia la Spiaggia nera e i faraglioni di Reynisdrangar, che secondo la leggenda non sono nient’altro che i tetri resti di un gruppo di troll. Il racconto popolare narra che le creature stessero tentando di trascinare una nave verso la riva quando il giorno spuntò e la sicurezza dell'oscurità fu infranta. Immediatamente i troll furono trasformati in pietra, e di loro non rimane altro che una serie di scogliere frastagliate all'orizzonte (grazie Andrea per le leggende).

Quarta tappa del giorno è stata una vasca termale nel mezzo del nulla. A tal proposito, non essendo un posto troppo turistico, non rivelerò il nome così da lasciare intatta la bellezza del luogo. Se vi capita di scoprire il nome vi consiglio di andarci, e magari di farci anche il bagno, noi non abbiamo avuto tempo, ma ci sarebbe piaciuto molto.

Ultima tappa del giorno è stata la cascata di Seljalandsfoss, visibile già dalla Ring Road, ma che merita assolutamente una visita, soprattutto se non avete paura di bagnarvi. La cascata ha una grotta che permette di girare attorno al getto d’acqua, un’esperienza davvero umida e incredibile.

Con questo giorno abbiamo concluso il giro della Ring Road, e siamo tornati in un villaggio nei pressi dell’aeroporto, da dove il giorno successivo saremmo partiti per visitare il Golden Circle, un insieme di punti di interesse che abbiamo visitato grazie ad un tour organizzato.

Giorno 7 - da Golden Circle
31 maggio

Ahimè, tutte le cose belle hanno una fine e per noi le cose belle sono finite con il Golden Circle. L’ultimo giorno di vacanza infatti, ci siamo dedicati a visitare l’interno dell’Islanda, grazie ad un tour organizzato che ci ha accompagnato a vedere il territorio attorno alla faglia che divide la placca tettonica Nordamericana da quella Eurasiatica, e che è emersa e visitabile proprio solo in Islanda.

Di per sè il giro che ci è stato proposto non mi è dispiaciuto, la cosa che mi ha deluso è stata la forte componente turistica dei luoghi che abbiamo visitato, sulla faglia in sè e dove si trova il Geysir, il più antico Geyser conosciuto. Mi sarebbe piaciuto visitare anche questi luoghi in auto in autonomia, ma dalle informazioni trovate su google sembrava che si potesse solo fare con una guida, cosa non assolutamente vera.

Consiglierei il Golden Circle in ogni caso, ma non fate il nostro errore e visitatelo prima di affrontare il resto dell’isola, così avrete tempo poi di stupirvi ancora di più una volta familiarizzato con il modo di viaggiare da voi scelto. In questo modo potrete anche trovare i vostri posti preferiti senza essere forzati dalle mete del tour organizzato.

Giorno 8 - da Keflavík a Milano
01 giugno


Qualcuno direbbe “non essere triste perchè è finito, sii felice perchè è accaduto”, ma una volta rientrati in Italia la sensazione che ho avuto è stata quella di aver vissuto un viaggio irripetibile, e ammetto che un po’ di malinconia c’è stata.

Ho avuto modo di visitare un paese stupendo che non vedevo l’ora di visitare da anni, e nonostante tutte le aspettative che avevo è riuscito a dimostrarsi ancora meglio del previsto.

Un grazie all’Islanda per essere li e averci accolto e averci mostrato un ambiente che neanche nei miei sogni più remoti immaginavo essere così stupendo e selvaggio. Un grazie a coloro che hanno inserito dei brani nella nostra playlist, che ci ha accompagnato per più ore di quelle che sono disposto ad ammettere, un grazie a tutti coloro che hanno seguito “in diretta” questo viaggio e si sono subiti una settimana di messaggi di stupore e fotografie a ogni ora del giorno e della notte, ma soprattutto un grazie ad Andrea, instancabile compagno di viaggio che mi ha tenuto compagnia in una delle esperienze più belle della mia vita finora.